Pontecchio deriva dal latino “Ponticulum”: ponte o grande ponte.
La frazione di Pontecchio prende il nome dall’antico ponte di Vizzano, una elegante e solida costruzione in muratura.
Si potrebbe ipotizzare che nell’Impero Romano, la strada di collegamento Roma-Firenze con Bologna passasse dal ponte di Vizzano. Poi nel tempo la nuova strada, oggi chiamata “statale della Futa” venne fatta proseguire lungo la sponda destra del Savena fino a Bologna, molto più agevole e più breve. Così il ponte di Vizzano perse di importanza e quando nel tempo: l’usura, le furie delle acque e le guerre lo demolirono non venne più ricostruito. Per secoli e secoli la sponda destra del Reno rimase isolata, staccata dalla vita sociale ed economica del capoluogo; era possibile raggiungere Sasso attraversando il fiume a guado in due punti: – a Sasso, poco più a valle dell’attuale Ponte Albano, il letto del fiume si allargava permettendo un facile passaggio; – a Pontecchio, nei pressi di Palazzo Rossi a valle dèll’attuale “Chiusa”, solo quando le copiose acque del Reno lo permettevano.
Nell’ultimo secolo, i cittadini di Vizzano, sono stati favoriti dalla costruzione della “Chiusa”, costruita per garantire la presa d’acqua che da Palazzo Rossi portava acqua alla Cartiera del Maglio per produrre elettricità e per lavorare la carta. Era quindi possibile il passaggio con carri ed altri mezzi sotto la “Chiusa” e a piedi, nei periodi di magra, sul ciglio della medesima.
La strada sia da Palazzo Rossi che da Vizzano, è ancora oggi percorribile, escluso il tratto di fiume che si è abbassato a causa dei continui prelievi di ghiaia ; venne utilizzata sino al 1949 per unire le due sponde. Negli anni `50/’70, soprattutto nei giorni di festa nel periodo estivo, era percorsa da centinaia di persone che venivano a passare una giornata al fiume, “il mare dei poveri”.
Due erano i punti in cui si poteva anche traghettare il fiume: a Sasso sotto alla Rupe, alla “Barca” e a Vizzano dove ora c’è il ponte.
Non sono in grado di stabilire in quale anno ha avuto inizio il servizio di traghettamento a Vizzano, a ragion di logica dovrebbe essere avvenuto contemporaneamente alla costruzione della “Chiusa” della Cartiera del Maglio, poiché altrimenti la velocità dell’acqua non avrebbe permesso il passaggio della barca.
Va ricordato che nel 1860 la ricca famiglia Albani, che fra l’altro gestiva un mulino sulla sponda destra del Reno, fece costruire a sue spese un elegante e solido ponte in muratura che prenderà il nome dalla famiglia, è tuttora noto come Ponte Albano, e che unì così le due sponde alleviando in parte i disagi degli abitanti di Vizzano.
Battistini Fausto, detto “Faustino”, nato a Pontecchio nel 1864 fu il primo “passatore” di Vizzano; abitava alla Barca di Pontecchio, assieme ai genitori, un fratello e sei sorelle. Il suo lavoro consisteva nel trasportare con la barca le persone da una sponda all’altra del fiume; iniziava alle prime luci del giorno e chi veniva da Pontecchio per recarsi a Vizzano, passava davanti alla sua casa e lo chiamava; chi veniva dalla parte opposta lo chiamava dalla sponda destra del fiume: la giornata lavorativa non terminava con i rintocchi dell’Ave Maria della vicina chiesa di Vizzano (distrutta durante la seconda guerra mondiale), perché i giovani che avevano la fidanzata che abitava oltre la sponda del fiume e viceversa, avevano bisogno di attraversare il fiume. Allora il bravo Faustino concordava con i giovani un unico orario, soprattutto per il ritorno, in modo che anche a notte fonda con due passate traghettava tutti.
I ragazzi di Vizzano, in età scolare, dal 1916 al 1930 cambiarono per quattro volte la sede scolastica. Nel 1916 andavano a scuola a Colle Ameno e due volte al giorno dovevano traghettare il fiume al costo di 20 centesimi per volta, ma in inverno ed in primavera perdevano anche intere settimane di scuola poiché non era possibile traghettare il fiume a causa di continue piene. Nel 1920 fu aperta una scuola alle Ganzole, vicino al gruppo di case a sinistra prima della trattoria; dopo qualche anno si decise di aprire una scuola a Vizzano, che ebbe sede a Cà dei Piedi, dove ora abitano le famiglie Albertazzi. Per fare lezione in tutte e cinque le classi, c’era una sola maestra, la Signora Antonietta Golinelli, piena di volontà e di grinta e anche molto bella. Alla sera, nei periodi invernali, organizzava corsi serali per adulti; a Vizzano nei primi anni del 1900, oltre il 90% della popolazione era analfabeta. Fu la maestra a farsi promotrice di un “Comitato” per la costruzione del ponte di Vizzano; in questo modo gli scolari avrebbero potuto frequentare la scuola di Pontecchio, meglio organizzata.
I lavori per la costruzione del ponte di Vizzano iniziarono nel 1926. Progettato e costruito su piloni in cemento armato, ebbe però vita breve: nell’autunno del 1928, quando si erano da poco ultimate le gettate di cemento, una imprevista ed eccezionale piena spazzò via metà del ponte: la parte verso la sponda di Pontecchio, con grande delusione e tristezza da parte di tutta la popolazione di Vizzano e degli addetti ai lavori.
Si decise allora che la parte maggiormente esposta alla furia dell’acqua, venisse costruita in sospensione, come il famoso ponte di Brooklyn. La costruzione fu eseguita dalle Officine Riva Calzoni di Bologna ed il ponte venne inaugurato nel 1930. Così Faustino, a 66 anni, “appese” i remi al chiodo cessando l’attività di barcaiolo ed i bambini di Vizzano poterono frequentare la scuola di Pontecchio. Per 15 anni il ponte funzionò regolarmente. Anche durante la guerra, per diverse volte i bombardieri e caccia alleati tentarono di bombardare il ponte, ma non riuscirono a danneggiarlo. Il 17 aprile 1945, i tedeschi in ritirata, per ritardare l’avanzata delle truppe alleate, lo fecero saltare con cariche di tritolo poste sulle funi portanti sul lato verso Pontecchio.
L’esplosione tranciò le funi ed il ponte cadde nel fiume rimanendo sospeso dalla parte opposta: gli alleati arrivarono a Sasso nella mattinata del 19 Aprile, i121 fu liberata Bologna ed il 25 Aprile la guerra finì.
Iniziarono gli anni della lenta ricostruzione per riparare le gravi ferite della guerra, ed iniziò anche così, di nuovo, l’attività del barcaiolo per traghettare le persone; non era più Faustino, che aveva ormai raggiunto 81 anni di età, a trasportare da una riva all’altra i passanti, (Faustino morirà il 2.10.1954 alla bella età di 90 anni) ma lo sostituì Benito Albertazzi che risiedeva a Cà dei Piedi a poche centinaia di metri dal ponte.
Benito, nato nel 1927, aveva allora 18 anni e all’inizio era aiutato dal padre Aldo; svolse questa attività per quattro anni dal 1945 al 1949. Il costo del traghettamento era allora di 5 lire.
Solo nella primavera del 1948 iniziarono i lavori per la ricostruzione del ponte di Vizzano, affidati alla Cooperativa Ricostruzione di Sasso Marconi; progettista e Direttore dei lavori l’Ing. Sergio Dall’ Omo e l’ Ing.Rinaldi capo del Genio Civile.
Nel pomeriggio del 21 Aprile 1949, presenti il Prefetto di Bologna, il Provveditore alle opere pubbliche, il Capo del Genio Civile, il Sindaco di Sasso Marconi ed altre Autorità locali, venne inaugurato il nuovo ponte. Dopo il rituale taglio del nastro tricolore e la benedizione impartita dal parroco di Pontecchio, presero la parola l’ Ing. Lenzi, Provveditore alle Opere Pubbliche, il Prefetto di Bologna ed il Sindaco di Sasso Marconi. Quarantadue anni dopo il ponte non garantiva più la necessaria sicurezza; viene di nuovo chiuso al traffico nel Giugno 1991, in attesa di trovare i fondi necessari per ricostruirlo con le stesse caratteristiche.
I lavori di ristrutturazione sono iniziati nell’Aprile 1995 e sono stati ultimati nel Febbraio 1996: eseguiti dalla Coop. Costruzioni di Bologna per le opere murarie e dalle Officine Manfredini di Galliera per le strutture metalliche.
Il progetto e la direzione lavori sono stati eseguiti dal Prof. Ing. Maurizio Merli ed Ing. Giancarlo Guadagnini dello studio “En.Ser.” di Faenza. Il coordinamento dell’opera è stato curato dallo staff dell’Ufficio Tecnico Comunale composto dall’Arch. Natascia Fasson, Geom. Giuliano Nuvoli e Geom. Luigi Ropa Degli Esposti.
Domenica 3 Marzo 1996 alle ore 1 1.30 alla presenza del Prefetto di Bologna Dr. Mosino, del Sindaco di Sasso Renata Bortolotti, dell’Assessore ai Lavori Pubblici Rosanna Ventura ed altre Autorità locali è stato inaugurato il ponte di Vizzano completamente ristrutturato: è stata interamente sostituita la struttura metallica e sono state installate nuove funi portanti in acciaio speciale provenienti dall’Inghilterra. Lunga vita al nuovo ponte di Vizzano! !!
Giuliano Nanni