Vizzano (Ganzole)

Anticamente nella parrocchia di Vizzano esistevano due castelli.
Il Castello di Mugnano che nel 1282 apparteneva alla famiglia senatoria dei Savioli chiamata anche “Cacciamemici”. Il castello esisteva ancora nel 1376, governato da Bartolomeo Liazzari per conto dei bolognesi. Non si conosce l’epoca del suo decadimento ma, dopo tale data, la storia non parla più di Mugnano.
L’altro castello era proprietà della potente e ricca famiglia Vizzani, per oltre due secoli proprietaria di vasti terreni, la quale prese parte alle fiere discordie della città di Bologna e diede il nome alla parrocchia.
Nel 1279 la famiglia Vizzani era del partito dei Geremei che, nel 1324 ordinarono una congiura contro Bologna. Nel 1336 furono banditi dal governo bolognese, nel 1360 furono perdonati e ricevuti come amici dal governo bolognese, nel 1428 diedero mano alle rivolte sviluppatesi in varie parti del contado bolognese e nel 1447 Marchione di Nane da Vizzano, fu uno degli ambasciatori, spediti dal governo bolognese al Pontefice, mentre, alcuni anni dopo, nel 1451, lo troviamo tra i ribelli che volevano entrare in Bologna.
Dopo il 1452 non si parla più della famiglia Vizzani, né di quando e come l’antichissimo castello, costruito sul colle “il Poggio”, decadde.
Nel borgo detto Ganzola, ora Ganzole, scorre un piccolo corso d’acqua chiamato rio Ganzola che permetteva il funzionamento di un mulino sito all’inizio del borgo, distrutto nel corso della seconda guerra mondiale.
L’abate e storico Serafino Calindri, nel suo dizionario geografico, parlando di Vizzano, ricorda un certo Alessandro Cavazza, intelligente agricoltore che acquistò dalla famiglia Sertori di Modena una vasta estensione di terreni posti nei dintorni di Mugnano, terreni boscosi con pochi spazi coltivabili e case coloniche in pessimo stato.
Il Cavazza fece disboscare tutto il territorio, sviluppando la produzione vitivinicola e di altri prodotti agricoli, restaurò le case coloniche e ne fece costruire altre. Il suo lavoro, continuato ad aumentare la popolazione e invogliò altri proprietari agricoli a migliorare terreni e case coloniche.
In merito alla storia parrocchiale, si apprende da documenti esistenti nell’archivio arcivescovile che, Chininio e Domenico Vizzani fondarono un oratorio dedicato a San Giorgio che fu terminato il 31 gennaio 1437 e ancora rifatto nel ‘600. Il cardinale Arcivescovo di Bologna Gabriele Paleotti lo visitò nel 1585 e, nel 1679 il curato Bartolomeo Stanzani sulle fondamenta dell’oratorio edificò la nuova chiesa.
Alle Ganzole, poiché la frazione era distante dalla parrocchia, fu costruita una chiesa non tanto grande, ma architettonicamente molto bella, dedicata a San Matteo Apostolo, il cui mantenimento fu garantito dal lascito del signor Matteo Gaspare Leonesi, primo proprietario della villa di Cadestellano. Di questa chiesa, danneggiata dalla guerra, restano solo poche testimonianze murarie.

La parrocchia nel suo complesso, nel 1846, contava 284 abitanti, e la festa di San Giorgio si celebra il 23 aprile.
Nel 1944, l’aviazione alleata, che aveva come obiettivo la distruzione del ponte di Vizzano, in uno dei tanti bombardamenti centrò la chiesa con due bombe ad alto potenziale che la rasero al suolo. Nonostante vari tentativi da parte dei parrocchiani la chiesa non è più stata ricostruita.
Nella parrocchia vanno ricordate due costruzioni anche se molto diverse fra loro: la villa Cadestellano e la Cà de Pié. La villa Cadestellano fu costruita da Matteo Gaspari Leonesi nel 1787; alla sua morte la villa passò ai Roberti e successivamente alla famiglia Francia, sua erede, che ne cambiò il nome. Attualmente la villa è di proprietà della famiglia Regazzoni.
Al tempo dei Romani, per collegare le due sponde del fiume Reno, fu costruito un solido ponte in muratura, ponte che una volta distrutto dalle furie del fiume non fu più ricostruito.
Così per secoli il passaggio fra le due sponde avveniva con una barca. Soltanto dopo il 1920 si progettò la costruzione di un nuovo ponte, e i lavori iniziarono nel 1926. Retto su piloni in cemento era quasi ultimato, quando nel 1928 una eccezionale piena demolì le arcate sopra il corso d’acqua, con molta tristezza di tutti gli abitanti che videro sfumare questa nuova comodità. Fu allora rivista la tecnica costruttiva e si decise che la parte esposta alla corrente del fiume fosse sospesa su funi d’acciaio. Il nuovo ponte fu inaugurato nel 1930.
Il 13-14 aprile 1945 le truppe tedesche, con lo scopo di chiudere il passaggio agli alleati, troncarono i cavi di acciaio con cariche di tritolo. Per altri quattro anni, sino al 1949 quando il ponte fu ricostruito, il passaggio fra le due sponde venne nuovamente garantito con una barca.

Approfondimenti

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Storia del ponte di Vizzano
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Articolo

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