Montechiaro

Questa località, posta a 187 m. s.l.m., a km. 1,5 a ponente della strada Porrettana e a 6 km. a nord del capoluogo.
Esistono tanti interrogativi o leggende sulla derivazione del nome della parrocchia di Monte Chiaro, la più verosimile è quella che narra che nei tempi più antichi, nella zona abitasse una famiglia nobile romana dal nome Clarus, e che nel tempo questo nome si sia tramandato di generazione in generazione sino ai tempi nostri.
La prima nota storica risale al 1223, si ricava dall’Archivio di Pistoia, dove si cita che uno dei testimoni al giuramento di fedeltà prestato al Vescovo di Pistoia, da Raniero e Ugolino conti di Panico, ci fosse Arminolfo notaro di Monte Chiaro. Dagli estimi del 1293 si apprende che Matteo da Monte Chiaro, che aveva in Bologna a porta San Procolo (d’Azeglio) la sua abitazione, coprì negli anni 1380-1387-1393, cariche pubbliche, la più importante l’ebbe nel 1387 quando venne eletto agli Aggiunti al Consiglio dei 400. Presso Monte Chiaro nel 1359, avvenne una battaglia fra l’esercito dei Visconti di Milano e le truppe del capitano Giovanni da Oleggio, che si era ribellato e proclamato signore di Bologna.
Nella battaglia Giovanni da Oleggio, con minori forze e meno agguerrite, ne uscì sconfitto.
Nessuna altra notizia si ha di Monte Chiaro sino al 1427, quando il Cardinal Legato di Bologna, il 2 maggio ordinò Giovanni di Giacomo Grifoni, con tutti i suoi discendenti, conte di Monte Chiaro. (La famiglia Grifoni successivamente costruirà la villa Griffone a Pontecchio, divenuta poi patrimonio della famiglia Marconi).
Il illustre capitano Riccio da Monte Chiaro, militò nelle truppe del pontefice, il quale gli affidò il comando di contingenti dell’epoca, Niccolò da Tolentino.
Verso la fine del 1700 o nei primi anni del 1800 la chiesa venne riedificata, con le fattezze architettoniche attuali. L’unico elemento di rilievo è l’altare rappresentante Santa Giustina, tale altare è stato realizzato con decorazioni a foglia d’oro.
Il campanile che si innalzava di soli pochi metri dal tetto della chiesa, non è conosciuto con l’insieme architettonico, forse è il campanile della vecchia chiesa, ma nonostante tutto è munito di 4 campane.
La parrocchia nel ‘700 contava 186 abitanti, mentre verso il 1850 erano poco più di 270.
Il parroco di questa parrocchia, dopo il 1850 era don Arcangelo Marconi (zio di Guglielmo Marconi), ucciso da briganti sulla porta della villa Zosi nel 1865.
La chiesa di Montechiaro fu seriamente danneggiata nel corso dell’ultima guerra. I locali dell’annessa canonica sono attualmente utilizzati dalla Comunità “Santa Chiara” impegnata nel sostegno dei portatori di handicap.
Nel territorio della parrocchia ci sono diverse ed eleganti ville, ma mi soffermerò a descrivere la villa più antica, la Panglossiana fatta costruire dal dottor Gaetano Conti nei primi anni del 1800.
Gaetano Conti 1773-1834 medico, professore dell’Università di Bologna e uomo politico; creò con genio e buon gusto, ma con impegno dispendioso di denaro, una magnifica e principesca villa, unica per stile e armonia architettonica, munita di grandi e bustre, conserve, con pavimenti di marmo pregiato, con colonnati e statue nel vasto giardino, e pregevoli sculture. Le camere furono dipinte da pittori: Basoli-Fantuuzzi-Burcher-Gianni-Palagii-Guizzardi-Badiali-Manfredini e Saponieri, un pittore per ogni camera, ed ognuno fu assorto e ispirato a seconda dell’uso cui era destinata. La villa Panglossiana fu gravemente danneggiata dai bombardamenti dell’aprile 1945. Agli attuali proprietari, famiglia Marta, va riconosciuto il merito di aver recuperato l’edificio e di occuparsi della sua conservazione.

Articolo tratto dal libro “Sasso Marconi nelle cartoline d’epoca”

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Foto storiche di Montechiaro