
Battedizzo (m. 263), posto al termine di una ripida strada che incrociamo lungo quella che porta a Badolo, è uno piccolo e caratteristico borgo nel quale il tempo si è fermato. La parrocchia di Battedizzo è situata nel fianco destro della valle del Setta verso Sasso, con case e ville sparse nella parte bassa sino a mezza costa, poi all’improvviso inizia una folta boscaglia sino alla cima dell’alta collina. Dietro la collina, nel versante verso Bologna fu costruita dai conti Caprara la villa Quiete chiamata in seguito “La Querciola” da Francesco Albani, che l’acquistò nei primi anni del ‘600. Francesco Albani, bravissimo pittore della scuola dei Carracci, fece costruire anche un mulino e il ponte sul Reno che porta ancora il suo nome.
La località è ricordata quale insediamento feudale già a partire dal secolo XII e per aver avuto nel suo territorio un forte castello, da localizzare probabilmente su l’adiacente Monte Mario, considerato il più potente e agguerrito di tutta la zona. Il Governo di Bologna se ne impadronì nel 1174, poi nelle diatribe e guerre che infuriarono nel XIV secolo ebbe, in fasi alterne, diversi proprietari.
I conti di Panico, Pallone e Tavernaro, occuparono tutta la zona compreso Battedizzo e Badolo, finché Bologna inviò, nel 1363, le sue milizie, ben armate e agguerrite, al comando di Badino da Loiano che fu costretto ad un lungo assalto per avere ragione degli avversari. Lo scontro decisivo si risolse con un cruento assedio avvenuto nel mese di luglio 1363, con la perdita di numerose vite umane da entrambe le parti. Quando il valoroso conte Leonardo di Galeotto da Panico, si rese conto di non poter più resistere all’assedio, si arrese con onorevoli patti e con gli onori delle armi, dopodiché le milizie bolognesi distrussero il castello.
Attorno al 1840 la popolazione di Battedizzo era di 357 abitanti e la chiesa era retta dal curato don Giovanni Sermasi.
Non si trovano memorie, della fondazione della prima chiesa, è citata per la prima volta nell’elenco Nonantolano del 1366. Pochi anni dopo, nelle decime del 1378 risulta suffraganea della Pieve del Pino.
La vecchia fu distrutta da una gigantesca frana. E’ probabile che in alto, vi fosse una piccola valletta a guisa di conca, e che esistesse un lago le cui acque, nel corso dei secoli siano filtrate, a poco a poco, sino a creare il cedimento di una sponda del lago, che portò a valle nel fiume Setta tutto quello che trovò davanti.
I popolani all’inizio del XVII secolo, costruirono l’attuale chiesa e solo in seguito il campanile con tre armoniose campane: la maggiore fu fusa da Giuseppe Brighenti nel 1891, le due minori da Bastanzetti nel 1952.
All’epoca del Calindri, sul finire del se. XVII, la località era piuttosto popolata dato che, secondo la stima fatta, vi risiedevano circa 274 persone.
La chiesa attuale, unico punto di riferimento della frazione, dedicata S.Martino, ha sull’altare maggiore un quadro raffigurante i Santi Martino Vescovo, Filippo e Teresa.
Nel territorio, nell’antica casa detta Casella, nacque il pittore Antonio Vitelli, padre del famoso incisore Giuseppe Vitelli.
Sullo sperone di Ziano, a Battedizzo, è stato individuato l’acquedotto sotterraneo di epoca romana, che convoglia le acque del Setta verso Bologna: alcune condotte sono ancora utilizzate