Scopeto

Incisione della chiesa di Scopeto nel 1840
dalla pubblicazione “Le chiese nella Diocesi do Bologna”

Scopeto, in gergo montano Scové, sembra derivare il suo nome da scopa o scova, come viene chiamato un piccolo arbusto, usato anche per fare le scope.
Di Scopeto, si parla una prima volta nel 1010, in seguito a un rogito di Giacomo Odi, stilato il 22 luglio 1267, esistente nell’Archivio dei Padri di San Francesco in Bologna.
Si ritiene che la chiesa e gran parte dei territori della parrocchia, fossero di proprietà della famiglia guelfa Savioli detta anche “Caccianemici” da Vizzano, che vi si erano riparati quando furono loro confiscate le proprietà di Bologna e Vizzano e contemporaneamente furono messi al bando per aver sostenuto la fazione avversa dei ghibellini rappresentati dalla famiglia Lambertazzi.
Nel secolo XV ai Caccianemici succedettero i Cattanei, vassalli maggiori della Lombardia. Successivamente con Bolla del 7 agosto 1626, il territorio fu assegnato ai Padri Minori di San Francesco da Paola, che governarono sino all’anno 1654, quando in conseguenza della soppressione dei piccoli conventi (Bolla di Papa Innocenzo X del 15 ottobre 1652) lo cedettero liberamente all’Arcivescovo di Bologna.
Questa chiesa era di dimensione modesta, ma proporzionata alla sua popolazione che verso il 1850 contava 237 anime. La località di Scopeto, la più lontana dal Capoluogo, occupa un colle fra i torrenti Lavino e Olivetta e dall’antichissima chiesa, sul colle (m. 360) si può godere un ampio panorama sulle due valli. Non lontana dalla chiesa è la bella casa cinquecentesca con torre denominata appunto “Torretta”.
La festa del patrono San Pietro si teneva il 29 giugno. Attualmente la chiesa è sconsacrata.