Le strade ed i prati attorno al castello dei Rossi, che per oltre tre secoli, in questa giornata di fiera, si riempivano di colori e di gente, di mercanti e di funamboli, di ambulanti e di cantastorie, erano deserte come se il tempo si fosse fermato. In 328 anni solo nel 1944 non si è svolta la fiera. I gravi problemi della guerra, i continui rastrellamenti operati dalle truppe tedesche e dai reparti scelti delle “SS” hanno lasciato un paese popolato da donne, vecchi e bambini. I pochi uomini rimasti vivono abilmente nascosti nelle case o nei boschi. Verso sera il silenzio del tramonto fu interrotto da copiose raffiche di mitra, sparate a poche centinaia di metri di là dal fiume ai piedi dei calanchi che delimitano il confine fra i comuni di Sasso Marconi e Bologna.
Quindici civili, fra cui un ragazzo di appena diciassette anni, furono uccisi. I poveri corpi caddero in modo scomposto uno a fianco all’altro nelle fosse fatte scavare da loro stessi poco prima. Una rappresaglia dei tedeschi per vendicare la morte di due di loro uccisi dai partigiani a Cà del Sarto, un piccolo borgo nei pressi di Rioveggio. I tedeschi uccidevano dieci civili per ogni soldato ucciso. In questo caso mancarono cinque civili, ma solo perché non riuscirono a completare il numero.
Nel rastrellamento fatto a Cà del Sarto catturarono solo nove persone. I rastrellati furono caricati su un autocarro, ma prima che questo arrivasse sulla strada della Val di Setta, quattro riuscirono a scappare dal camion in movimento. Alla fine rimasero in cinque: Tonino Zuarzi, Raffaele Bartolini, Corrado Zanini con il cugino Tonino Zanini e Mario, figlio di Tonino (fratello, cugino e nipote del Parroco di Sasso, Don Dario Zanini). Furono portati tutti al Comando delle S.S. ubicato nella canonica della Chiesa di Pontecchio. Nei locali dell’asilo aveva invece la sede un comando dell’esercito tedesco.
Sulla strada della Val di Setta, nel tratto Rioveggio – Vado, i tedeschi arrestarono altre sette persone che in bicicletta andavano a lavorare per la Todt (Organizzazione tedesca del lavoro) sulle fortificazioni della linea gotica e quindi in possesso di documenti di libera circolazione : Antonio Cioni, Gaetano Sordi, Lodovico Tovoli, Gualtiero Valdiserra, Albano Agnelli, Adelmo Rocchetta e Sisto Migliori. Al gruppo furono aggiunte altre tre persone: Gualtiero Bartolini e Antonio Bonini, rastrellati a Loiano ed un toscano privo di documenti, catturato non si sa dove, che erano già da alcuni giorni prigionieri nei locali dell’asilo, e arrivarono così a quindici persone, ne mancavano ancora cinque. Le S.S. mandarono allora due soldati a Colle Ameno a prelevare cinque prigionieri, ma il sergente Fritz comandante del campo si oppose energicamente al punto che all’insistenza dei due militari pose mano alla pistola di ordinanza lasciando loro solo il tempo per andarsene.
Discutibile comportamento per un criminale di guerra, tenuto anche conto che il comandante delle S.S. a Pontecchio era niente meno che Walter Reder, responsabile del massacro di Marzabotto.
Giuliano Nanni