Nel periodo fra i primi di ottobre 1944 e i primi di luglio del 1945, il servizio postale seppure con difficoltà, riuscì a svolgere un’importante servizio. Il Paese si era spopolato sia a causa dei continui rastrellamenti operati dalle truppe germaniche (esercito) e dai corpi speciali delle “S. S.”, sia per il massiccio trasferimento in città (sfollati), dopo la concessione della qualifica di “Bologna Città Aperta” grazie all’accordo intervenuto tra il Cardinale Nasalli Rocca e il Comando tedesco. In questo triste periodo della nostra storia e soprattutto nei mesi successivi alla fine della guerra, il servizio Postale assunse un ruolo fondamentale; diventa il simbolo della speranza per centinaia e centinaia di madri e di mogli che da anni non hanno più notizie dei propri congiunti. All’inizio di ottobre del 1944 durante uno dei tanti bombardamenti operati dalle truppe alleate, che avevano per obiettivo la stazione ferroviaria e il ponte Albano, venne colpita la parte bassa del Borgo del Sasso recando gravi danni all’Ufficio Postale. La posta, esclusi pochi giorni, continuò comunque a circolare, senza essere timbrata né in partenza né all’arrivo. La parte nord del centro del Borgo era stata distrutta dai massicci bombardamenti del 16 e 17 aprile del 1945, il 19 arrivarono gli americani, il 21 aprile Bologna era libera. Finita la guerra gli sfollati tornarono alla proprie case. Iniziò la lenta opera di ricostruzione e i primi di luglio le Poste aprirono un Ufficio nel palazzo comunale, dove oggi ci sono i vigili urbani, con accesso da via del Mercato. Dopo alcuni anni l’Ufficio venne trasferito all’inizio di via Castello.