Leonardo Sottani nasce il 19 febbraio 1964 a Bologna e lascia questa terra il 15 ottobre 1987, a Roma, per colpa di una malformazione cardiaca.
Non cerca il successo Leonardo, diventa attore per caso, quasi per gioco, scoperto da Antonio Avati in un bar, aveva accompagnato un amico che cercava il successo e si ritrova suo malgrado a diventare famoso.
Interpreta il bellissimo “Una gita scolastica” nel 1983, l’anno dopo è il momento di “Impiegati” , “Noi tre” e nel 1985, col collega Carlo Delle Piane è in “Festa di laurea”.
Diventa ufficialmente Nik Novecento. Secondo Avati è il nome adatto, perchè in fondo è figlio del suo tempo, mentre il nomignolo Nik viene dal passato, quando gli amici lo chiamavano “Gnicca“.
Il 1986 lo vede in tv per le dodici puntate di “Hamburgher Serenade” che vince il Premio Totò come miglior programma comico dell’anno.
Poi è la volta del film sul calcio “Ultimo minuto” e di “Strana la vita”, al fianco di Diego Abatantuono. L’ultimo film esce postumo nel 1988, gli viene dedicato il giorno di uscita nelle sale : “Sposi”, dove è maschera in un cinema.
Strano destino: un giovane proiettato nel mondo della fama, “maschera” avatiana per eccellenza, maschera in un cinema, come il guardiano e la guida delle nostre cineviosioni del passato e del futuro.
Nel 1987 Maurizio Costanzo capisce, ben prima che grandi fratelli cannibalizzino lo sguardo assonnato delle platee, la potenzialità del giovane sassese schietto, pulito, carico di quella saggezza bolognese che è dentro all’uomo della strada, che tanto piacerà all’Italia.
Lo invita spesso al programma trasformandolo in Personaggio.
Morirà troppo presto Gnicca, lasciando un vuoto immenso in chi lo ha amato e in chi non lo ha conosciuto, la morte lo trasforma forse, senza troppe pretese in Star. La star in fondo è lo spirito della gioventù trasformata in materia di cui son fatti i sogni, virtù magica dello schermo che trasforma i sogni in vita reale.
Ma Nik non era solo Star, era anche Leonardo, sostanza pura, schietta verità del nostro tempo, autentica maschera dei nostri sogni di bambini.
Alla MGM si diceva un tempo: più stelle che in cielo.
Lassù ce n’è una che guarda film nella sala di proiezione di Dio, ridendo e suonando i campanelli dei santi.
Prega per noi, Nik, Regalaci un Ave Maria.
Alessandra Pozzi