Cenno Biografico
Nasce a Pontecchio di Sasso Marconi (Bologna) nel 1896, nel paesetto in cui un’ anno prima é nata la radio. Consegue a Bologna la licenza tecnica, ma fondamentalmente é autodidatta. Partecipa alla guerra 1915-1918 nel GenioTelegrafisti, in vari punti del fronte, segnalandosi per il coraggio e l’abilità con cui riesce a mantenere, anche in condizioni estremamente critiche, il collegamento radio-telegrafico; si guadagna in tal modo una promozione al merito, due croci di guerra ed un encomio solenne. Nel maggio 1920 gli viene rilasciato il certificato internazionale di radiotelegrafista, dopo di che inizia a navigare in qualità di ufficiale marconista sulle navi della marina mercantile, solcando pressoché tutti i mari e gli oceani sino al 1949, partecipando in tale veste a varie operazioni di salvataggio.
È nel 1927 che viene aggregato al panfilo Elettra, il laboratorio galleggiante di Guglielmo Marconi, come marconista ed assistente tecnico, ove rimane a collaborare con l’inventore sino al 1931, quando un incidente lo costringe ad una lunga degenza e ad abbandonare l’incarico. Si imbarcò poi sui più famosi transatlantici della Marina Italiana, mai rinunciando a studiare e ricercare in vari campi della tecnica; abbandonato il make, si stabilì a Genova, ove si dedicò allo sfruttamento delle sue conoscenze, intraprendendo una piccola attività commerciale; aveva nel frattempo ottenuto 7 brevetti d’invenzione, sia di tipo meccanico che radioelettrico.
Pubblicò moltissimi articoli (in particolare su quello che egli ha sempre chiamato il suo Maestro, e cioè Marconi) e due libri: “Navigando con Marconi a bordo dello yacht Elettra” e “Marconi sulle vie dell’etere”.
Muore nell’agosto del 1965.
Il Comune di Sasso gli ha recentemente dedicato una via a Pontecchio nei pressi del Mausoleo Marconiano.
Landini è autore dei seguenti brevetti di invenzione:
- Brevetto n° 248964 Macchinetta generatrice di corrente ricaricabile a mano per alimentare radio-ricevitori portatili.
- Brevetto n° 267356 Globo geografico tascabile a camera d’aria.
- Brevetto n° 406831 Dispositivo per siluri atto ad eliminare la scia.
- Brevetto n° 453381 Apparato di puntamento automatico e progressivo di uno o più proiettori di microonde verso la superficie lunare per scopi comunicativi, televisione compresa, a grandi distanze.
- Brevetto n° 453836 Globo geografico pneumatico a scala geografica mobile misuratrice.
- Brevetto n° 455337 Tacco e suola pneumatici (a camera d’aria).
- Brevetto n° 458065 Precarburatore a conduttore d’aria ionizzante e ozonizzante atto a conferire maggior rendimento nei motori a scoppio e nei focolai di qualsiasi genere.
Cenni di vita
In viaggio sull’Elettra
Landini si é da poco imbarcato sull’Elettra, quando Marconi decide che la nave deve partire per una lunga crociera esplorativa.
I suoi ordini sono:
“Ascoltate signor Landini, l’Elettra salperà per Southampton, io vi raggiungerò in Inghilterra. Per ora voi seguite accuratamente l’andamento delle emissioni ad onda corta, in special modo della coppia a fascio Inghilterra-Città del Capo. Cominceremo presto le prove della coppia a fascio Inghilterra-India, le seguirete; é della massima importanza segnalarmi tutto ciò che potrà interessare, al caso telegrafatemi “.
L’Elettra salpa il 2 giugno 1927, per Gibilterra; nella prima parte del viaggio, Lendini collabora col primo operatore Mr. Payne, poi dall’Inghilterra diventerà “consegnatario del laboratorio”
Dopo circa una settimana, e dopo aver ben sperimentato le peculiarità direttive delle “onde a fascio” provenienti dal Sud Africa e dalla Cornovaglia rispettivamente, la nave giunge a Southampton; Landini fermo a lungo in quel porto in attesa di Marconi, registra le suddette particolarità di propagazione delle onde corte comprese fra i 14 e 50 metri.
In quel periodo, cominciavano ad arrivare anche i segnali da altre stazioni via via attivate: Bombay, Montreal, Capetown, Melbourne. Landini passa da un “fascio” all’altro di questa cosiddetta “catena imperiale”, ne verifica e compara i valori e annota diligentemente per il “Capo”. Poi Marconi torna a bordo, ed assieme organizzano un controllo sistematico particolarmente sulle emissioni dall’India. Il 30 luglio si riparte (ora con Marconi e signora a bordo) per recarsi a Cowes (isola di Wight) in occasione delle regate veliche; dopo pochi giorni si riparte per Fowey (un porticciolo della Cornovaglia); una lettera di Landini reca il timbro del 10 agosto (analoga da Cowes é timbrata il 1° agosto), sempre studiando l’andamento dei vari segnali captati. Come da Southampton Landini si era recato un giorno a Londra per visitare la Compagnia Marconi, qui si reca alla vicina Bodmin, dove Marconi ha impiantato due “radiofasci” sull’onda di 16 metri con potenti antenne e relativi riflettori. Da Fowey si riparte, e riprendono le prove di ascolto, in particolare per studiare e verificare le particolarità della cosiddetta “zona di silenzio”, fra la zona limite in cui arriva il raggio diretto e quella ove inizia ad arrivare il raggio riflesso dalla ionosfera.
Dopo pochi giorni di esplorazione, si fa ritorno a Fowey, per poi trasferirsi il giorno dopo a Playmouth: é il 17 agosto. Il 18, Landini riceve da Marconi (subito trasferitosi a Londra) la segnalazione di intensificare gli ascolti per un paio di giorni: e infatti il giorno dopo (e per quasi tre giorni) tutte le emissioni lontane, quelle che erano normalmente oggetto di controllo, svaniscono. Solo il 24 agosto Marconi, rientrato a bordo, spiega a Landini che si era trattato di una eccezionale attività di macchie solari, con conseguente aurora boreale e burrasca magnetica; é per tale motivo che lo scienziato si tiene in contatto con osservatori astronomici, avendo già notato questo tipo di evanescenza coincidere con i “parossismi” del sole.
Poco dopo, finalmente, il ritorno: il viaggio é stato affascinante ed emozionante per tutto quello che Landini ha verificato ed appreso, ma pesante. Il 4 settembre l’Elettra si ancora di fronte alla spiaggia di Viareggio, pronta a ripartire la primavera successiva per un’altra crociera esplorativa, sempre allo scopo di chiarire al meglio, gli ancora misteriosi comportamenti delle onde radio.
Le onde riflesse dalla luna
Landini cita con precisione un fenomeno che gli si presentò il 27 luglio 1930, a bordo dell’Elettra in porto a Civitavecchia, mentre stava ricevendo dei segnali radio-telegrafici provenienti da Rio de ‘ Janeiro sull’onda dei 14 m (erano circa le 19). Ad un tratto i segnali diventarono diffusi, anzi subirono una specie di raddoppio, manifestando una eco accentuata e nettamente ritardata (circa 2 secondi). Landini naturalmente corse ad avvertire Marconi, il quale, dopo aver ascoltato attentamente e scartato alcune ipotesi, offrì subito la spiegazione giusta: “Non c’é dubbio, dobbiamo attribuire la causa ad una riflessione extraterrestre, e più precisamente ad una riflessione lunare. Stia attento. Due secondi costituiscono giusto il tempo necessario perché l’onda percorra la distanza terra-luna e ritorno. Non vedo altra ragione plausibile, la luna, quando é investita da onde elettromagnetiche, le riflette così come riflette la luce”. Questo é riportato da Landini nel suo “Navigando con Marconi a bordo dello yacht Elettra”. Fu così che nacque la prima idea della possibilità di utilizzare la luna come comune mezzo riflettente per comunicare con microonde (per quei tempi, onde lunghe un metro o meno), e su questa base Landini effettuò un’intensa sperimentazione negli anni `38 e`39, per poi ottenere un vero e proprio brevetto. Ma a questo proposito é interessante lasciare la parola ad un articolo tratto da “Avvenire d’Italia” del 13 luglio 1949 dal titolo: “STRAORDINARIA INVENZIONE DI UN ALLIEVO DI MARCONI?”
Comunicazioni per medie e grandi distanze con microonde proiettate verso la luna e da questa riflesse sulla terra.
Il ricercatore Adelmo Landini, ex allievo e assistente di Guglielmo Marconi a bordo del yacht “Elettra”, dopo diciannove anni di studi e ricerche, annunzia di essere riuscito a creare un nuovo sistema di comunicazione per medie e grandi distanze, mediante microonde ed onde ultracorte, e ne ha depositato il relativo brevetto. Fin dal luglio 1930, Marconi e Landini riscontrarono uno strano e meraviglioso fenomeno: la superficie lunare rifletteva, in particolari momenti, un’onda corta proveniente da Rio de Janeiro. Dopo l’immatura fine di Marconi il Landini, attraverso difficoltà e scarsità di mezzi inaudite, ha continuato le ricerche
del maestro, ed é giunto all’invenzione di un sistema che permette di comunicare fino agli antipodi, mediante microonde proiettate verso la sfera lunare e da queste riflesse sulla terra.
Il nuovo ritrovato impiegava un congegno di puntamento automatico e progressivo che permette di mantenere costantemente puntati verso la sfera lunare i proiettori trasmittenti e riceventi delle microonde, dal sorgere al tramonto lunare. Le onde riflesse dalla luna ritornano sulla terra investendo una metà del globo terracqueo, e possono essere ricevute da un’infinità di ricevitori accordati. L’onda riflessa dalla luna é purissima e
permette di effettuare non solo comunicazioni telegrafiche, telefoniche, radiodiffuse e di radiocomando, ma specialmente “televisive” a grande distanza.
Sarà possibile in un prossimo avvenire ricevere programmi di radiodiffusione e di televisione provenienti da New York, Buenos Aires, Sidney e altre città. Le onde particolarmente adatte allo scopo, sono comprese tra i 50 cm e i tre metri di lunghezza. Nel campo di questa vastissima frequenza, potranno trovare posto ben ventimila trasmettitori di radiodiffusione, ed un migliaio di trasmettitori televisivi in trasmissione simultanea. L’avvenire della radio si baserebbe in gran parte su questo sistema.
La pila terra-mare
Così Landini definisce una sua esperienza eseguita nella primavera del 1928, eseguita sulla costa sorrentina di sua iniziativa per stabilire se e quale potenziale elettrico potesse trarsi dalla coppia terramare, sfruttandola per ricavarne una pila gigantesca. Sulla spiaggia piantò un picchetto come presa di terra (polo negativo), poi fece galleggiare sul mare un pezzo di carbone di storta (polo positivo). Collegando un voltmetro fra la presa di terra ed un coriduttore connesso al carbone, quale non fu la sua sorpresa (sono parole sue) nel constatare che il voltmetro segnava una tensione di ben 1 volt; il fondo dei mari costituisce un unica piastra negativa, l’acqua salata del mare é l’elettrolita dell’ipotetica batteria. Per confermare il risultato con un aspetto ancor più concreto, Landini dice di aver sostituito il voltmetro con una lampadina di 1 volt, che si accese benissimo; egli sostiene anche che l’aria agiva da depolarizzatore sul carbone di storta, prevedendo così una nuova fonte di energia elettrica di possibile sfruttamento.
Neri Dott. Nerio
tratto dal periodico del Circolo Filatelico
“Guglielmo Marconi” Sasso 98′